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Gli Italiani parlano con le mani
Esistono molte abitudini italiane, per noi assolutamente normali, che gli stranieri trovano sorprendenti o inesplicabili. Per esempio: portare spesso gli occhiali da sole o parlare ad alta voce.
Fra le abitudini che suscitano più curiosità, forse, c’è quella di gesticolare mentre si parla. Infatti, molti stranieri non capiscono la necessità di muovere le mani per comunicare e in genere arrivano alla semplice conclusione: “gli italiani parlano con le mani”. Prima di tutto, vorrei precisare che noi italiani parliamo con le parole, secondo una sintassi e una grammatica precise. La dimostrazione è che è possibile parlare italiano anche al telefono (cosa che riusciamo a fare molto bene, anche se continuiamo a gesticolare con la cornetta in mano…), e che è possibile anche scrivere e leggere in lingua italiana, senza immagini esplicative. Allora a cosa serve agitarsi tanto quando si parla? Le parole non sono sufficienti?
Naturalmente le parole sono sufficienti, ma perché limitarsi alle parole quando possiamo usare tutto il corpo? Il gesto non sostituisce la parola, ma la arricchisce. È un linguaggio parallelo, che aggiunge sfumature o cambia il significato del nostro discorso. Provate a parlare senza muovere un muscolo: la vostra voce sarà monotona e insignificante.
Forse, per chi ci guarda dall’esterno, i gesti sono solo un balletto incomprensibile, una serie di movimenti senza senso. Ma in Italia la gestualità è un elemento culturale molto importante e non semplice folklore. I gesti sono un linguaggio codificato e preciso e hanno un significato chiaro per chi sa interpretarli.
Non voglio fornire una spiegazione dei numerosi gesti esistenti, ma solo ricordare la loro importanza per noi nella comunicazione. Con il gesto possiamo esprime un’emozione meglio di molte parole, perché il movimento è più spontaneo e sincero della parola. Possiamo esprimere rabbia o gioia, indifferenza o sorpresa, e cambiare l’ampiezza e l’intensità secondo lo stato d’animo e la situazione.
Come tutte le lingue, la gestualità si impara solo dopo anni di esercizio ed osservazione. Quindi, consiglio agli stranieri di non tentare di usare dei gesti “all’italiana” quando parlano la nostra lingua, perché potrebbero non essere capiti o interpretati male.
Per esempio, il gesto più celebre è la mano “a pigna”: le punte delle dita unite verso l’alto e la mano che si muove in su e giù. È un gesto che, in genere, accompagna una domanda o un dubbio. Quindi, è molto strano agitare le mani in questo modo e allo stesso tempo dire buongiorno, come a volte fanno gli stranieri che imitano gli italiani! Fa molto finto piazzaiolo in un film americano.
Influenzati dalle buone maniere anglosassoni, oggi usare troppo le mani quando si parla è considerato volgare e campagnolo. Ma è ampiamente tollerato, quasi obbligatorio, in casi di particolare eccitazione, come un litigio o una partita di calcio.
Ad ogni modo, gesticolare resta sempre una consuetudine radicata nella nostra cultura. Fa parte della nostra identità: attraverso i nostri gesti, possiamo riconoscerci subito anche all’estero e possiamo capirci meglio fra di noi anche in Italia, al di là dei dialetti e delle barriere sociali. Si dice, infatti, che abbiamo sviluppato i gesti per poterci capire fra di noi, perché in passato la gente parlava soprattutto i dialetti e non l’italiano.
Secondo me, è anche un sintomo del nostro desiderio costante di comunicare o, semplicemente, della nostra esuberanza. Per noi, infatti, è normale condividere con gli altri i nostri sentimenti. Con il gesto, anche chi non riesce ad ascoltarci, sa di cosa stiamo parlando.
No, la discrezione non fa parte del nostro bagaglio culturale… ma è davvero un difetto così intollerabile?